Gli empatici egocentrici (R. Cafiso)

PSICHE & SOCIETA’ di R.CAFISO da LA SICILIA del 12.6.15
QUANDO L’EGOCENTRICO SI TRAVESTE DA GENEROSO….

 

     Si  presentano come   ipersensibili,  di quelli che fanno le lacrimucce  davanti ad un film struggente o si commuovono  di fronte  alle sofferenze altrui,  ma  non   perdono mai  occasione per  esaltarsi per  l ‘ empatia col loro prossimo   , sottolineando la loro  “emotività quasi patologica”, che definiscono  come  una virtù    più che come una fragilità.  Cani e gatti fanno parte del loro campo di interesse e delle loro esternazioni riguardo l’insensibilità da  parte di molti.

 

Si travestono anche da giusti, di quelli che si prendono a carico le questione altrui, che fanno battaglie, sfilano nei cortei e firmano petizioni, a favore di ogni “buona causa”, protesi  “per indole”  ad investire  sugli altri, spendendosi e parlando, parlando e  parlando senza tregua  in assemblee, riunioni di ogni tipo,  dibattiti e conferenze dove chiedono puntualmente la parola e devono essere calmierati dal moderatore.

 

In apparenza  battitori liberi  ed  un po’ allergici alle regole dall’alto,  si offrono per fare volontariato, anche se amano le   esperienze  variegate e cangianti, da protagonisti.   A sentir loro  perché sono eclettici e vogliono sperimentarsi in molte occasioni .  A volte prorompenti e in preda al loro sacro furore interiore ubriacano l’interlocutore,  che cercano di arruolare al loro fianco per la battaglia   del momento.

 

In realtà sono degli  egocentrici, a volte narcisisti sotto soglia ,  che sfruttano ogni occasione per posizionarsi al centro dell’attenzione, dire la  loro, confortare e consolare. E’ infatti difficile non accorgersi  che ci sono, perché col pretesto di compenetrarsi molto, invadono gli spazi vitali  di chi soffre   e  dei loro congiunti.  Offrono  e talvolta impongono la loro solidarietà   ed   imperversano pur di  salire sopra un palcoscenico, un muretto o una sedia e dirigere l’orchestra.  Già, da musicisti potrebbero solo fare i direttori d’orchestra.

 

La loro indole è di mettersi in risalto e le loro armi disarmanti sono  la sensibilità verso la sofferenza altrui, che  rappresenta  il mezzo e non il fine del loro spendersi.  Sensibilità  reale, ma veicolata dal bisogno di ammirazione e di approvazione che tende a dilatare  un’indole  delicata che sin da bambini ha concesso loro  le attenzioni  di cui  non possono più fare a meno.

 

E’ vero che ad analizzare a fondo gli eroi ed i  prodi  ci si potrebbe deludere circa le motivazioni profonde  delle loro gesta. Perciò  è  meglio non  farlo.  Tuttavia gli ipersensibili, paladini  solidali, non sono felici. Cominciano e non portano a termine i loro obiettivi perché, come abbiamo detto, li cambiano  di continuo. Impiegano energie per un motivo diverso da quello che non vogliono  vedere perché  poco nobile  : riempirsi e sentirsi  rilevanti  nel mondo ed alla fine calamitare attorno a sé le persone a cui tengono . Specie quando allo stremo delle forze si “esauriscono” ed hanno bisogno di essere confortati e consolati.

 

Cosicché il prendersi cura di loro diventa l’esigenza su cui congiunti ed amici vengono chiamati a raccolta. Da soccorritori a soccorsi. Qui gli ipersensibili   egocentrici si tradiscono e mostrano il loro tallone d’Achille. In certe professioni d’aiuto questo grido prima rivolto a favore di terzi poco a poco sfuma,  sino a diventare la  propria invocazione di soccorso.  Basterebbe prenderne atto, senza  orripilarsi. In fondo  siamo tutti  impastati di debolezze ed il non coglierlo non le elimina per nulla.

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