Psiche e bisogno di novità

ROBERTO CAFISO da LA SICILIA del 27.11.15

 IL BISOGNO DI NOVITA’ E LA STASI ESISTENZIALE : IN MEZZO LA SALUTE MENTALE

 

Il bisogno di novità della maggior parte degli  esseri umani deriva dalla spinta alla esplorazione che ha caratterizzato  l’evoluzione umana e i cui presupposti istintuali sono visibili nei bambini nei primi anni di vita, quando vogliono inoltrarsi, protetti   dai genitori, nell’ambiente circostante per curiosare, guardare, capire e in tal modo memorizzare esperienze.  L’appiattimento psicologico tipico di  successivi stadi, la “non voglia” e i segnali di ritiro sociale tipici  di una depressione,  sono la negazione di questo bisogno innato. Gli individui chiedono di vivere al riparo dai mutamenti che considerano minacciosi. Come se dalla vita o dai propri simili non si aspettassero granché ed anzi temessero delusioni ed inganni. Nondimeno costoro stanno male.

 

D’altra parte quando questo bisogno è incessante e senza soste l’individuo si caratterizza per un’ irrequietezza di fondo, un’insoddisfazione perenne a vivere di ciò che si è acquisito. Come se le fermate  fossero  per costoro appiattimento e fonte di  malessere. E difatti diverse ricerche sul cervello hanno mostrato come alcuni di noi,  per avere una buona attività basale cerebrale e dunque un umore adeguato, hanno bisogno di stimoli nuovi ed intensi. Sono i  “cacciatori di emozioni forti”  , incursioni  nel rischio incluso,  e rispondono ad esigenze neurotrasmettitoriali particolari. Nel mezzo  tra  chi ricerca la stasi esistenziale  e tra chi non ha mai pace dentro, si posiziona  la maggior parte dell’umanità che alterna  le  novità al rifugio all’interno di alvei rassicuranti ( la famiglia, le proprie abitudini, i luoghi cari etc. ).

 

In vero la natura offre gratis i mutamenti tipici del  tempo che scorre  e si rende disponibile -  visto che lascia fare all’umanità -  anche a quelli sociali, dei costumi e delle aggregazioni e discrasie  tra popoli, guerre incluse. Uno scenario variegato nel quale l’uomo ha  un grande arbitrio.  A farci caso alcune cose si ripetono puntualmente ogni anno e ci stupiscono ( se siamo di memoria corta ) quasi accadessero per la prima volta. Ad esempio il caldo estivo o il freddo invernale, che ci pare ogni volta insopportabile ed inedito, i primi raffreddori dovuti al non prendere atto del calo delle temperature, mantenendosi con un abbigliamento leggero ad oltranza.  Tanti sono i luoghi comuni che ripetiamo ad ogni stagione quasi meccanicamente. Così  come sono ripetitivi  i commenti a fatti in fondo noti,  ma ogni volta “stupefacenti” ,  “pazzeschi”… Un’enfasi che attesta il tentativo di non prendere atto di mutamenti evidenti ed inarrestabili che dovremmo solo accettare.

 

Nella vita di ogni giorno i più se fanno un passo più lungo della gamba dopo un po’ vogliono tornare indietro alle proprie certezze. Le abitudini consolidate danno sicurezza anche se talvolta cristallizzano .  Non tutti pensano che valga la pena vivere un giorno da leoni, preferendo i cento da pecora, che danno comunque più longevità. Insomma il bisogno di novità con l’andar del tempo si attenua in molti, resta pulsante in altri. Non c’è certezza su  chi viva meglio, anche perché il proprio stile esplorativo è commisurato alla capacità adattiva, incluso il poter trovare nuovi equilibri ad ogni conquista. La curiosità è un elemento che ravviva la vita. Essa è tuttavia una funzione della capacità di farvi  fronte, senza traumatismi o danni collaterali.

 

Resta, a proposito del bisogno di innovazione , la differenza sostanziale tra chi conquista e chi governa. Gli esploratori, i condottieri, le truppe d’assalto dalle orde barbariche sino agli incursori moderni, occupano i territori. I governatori, a seguire,  li amministrano . L’ una azione senza l’altra è inutile. E dunque quando la novità non si sostanzia nel  poterla  gustare  fruendone  ,  barattandola di continuo  con la ricerca del nuovo  per il nuovo allora diventa un compulsivo incedere nell’esistenza che antepone il piacere immediato,  effimero come polvere di stelle, con una gioia più stabile e duratura : quella appunto delle stelle tutte intere e della luce che sono in grado di irradiare.

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