Psiche e famiglia ai tempi di crisi

Roberto Cafiso  DA LA SICILIA DEL 29.1.16

IN TEMPI DI CRISI SI RISCOPRE LA SICUREZZA DEI LEGAMI FAMILIARI

 

Maledetta crisi. Benedetta crisi. Nei momenti di burrasca e di paura sociale la famiglia diventa un rifugio. E ciò che in condizioni  normali infastidiva o creava conflittualità,  nei periodi di  mutamento sociale congiunturale  ridiventa un punto di riferimento e con essa le relazioni magari un tempo banalizzate.

Non è soltanto l’occasione per vivere l’adolescenza prolungata dei cosiddetti fannulloni. Gli ultratrentenni che con la carenza di lavoro pretendono ancora di sceglierlo al meglio delle proprie aspirazioni.  E’ anche la riscoperta di rapporti  considerati  datati. Dal passare le serate a casa, a guardare la tv  dopo la cena tutt’insieme ,  sino al ricongiungimento con parenti ed amici dei genitori in occasioni speciali e nelle festività. Stile anni cinquanta.

Come se il mondo accelerato dei consumi compulsivi avesse trovato una tregua, per carenza di denaro da spendere  o sprecare  e rallentasse il suo incedere cogliendo di più momenti ed occasioni affettive all’interno del nucleo familiare. Un parafulmine, un asilo certo,  per proteggersi  dall’auto disconoscimento di una identità claudicante e fragile al cospetto delle epidemie di sfiducia collettiva.

Avendo costruito un modello esistenziale basato sulla produttività e sulla capacità economica, quando  il volume  dei consumi diminuisce, in attesa di un nuovo modo di esistere , ecco che la famiglia intesa come “antico valore” supporta, surroga ciò che non c’è più, conforta e  si prende cura. Non è un caso che il concetto di unione  in tutte le sue interpretazioni e sfaccettature  è al centro del dibattito politico e religioso  di questi tempi.

Fare famiglia è garanzia di sicurezza individuale e perciò collettiva. E su di essa si sta puntando nuovamente, mentre le Borse altalenano sorrisi e lacrime, il Pil oscilla con uno sternuto di un potente  e le Banche promettono senza spesso mantenere. In questo scenario alla gente serve  un porto sicuro, ove il mare allenta le grosse onde e restituisce la calma ai naviganti. Un esempio concreto di come le macro dinamiche economico – sociali si elidano e si influenzino con quelle relazionali. In fondo al centro di tutto c’è un uomo fatto di carne, bisogni e speranze.

La famiglia – rifugio può diventare tuttavia una trappola. Come la voglia di inedia che si impadronisce del viandante che per proteggersi dalla bufera trova riparo nella locanda in mezzo al bosco e non vorrebbe più uscirne. Come Pinocchio nel ventre della balena. Il potere seduttivo del dolce far niente aspettando tempi migliori,  è una trappola per molti giovani e non.  Il focolare di casa non deve assecondare lo starsene sotto le coperte,  per non tramutare la casa una  prigione  dal sapore  regressivo, dove non si cresce più, ma si tenta di fermare il tempo senza tempo.

Durante le  crisi collettive  si riscoprono valori che sembrano essersi ossidati. La verità è che certi punti cardinali restano solidi  sempre, solo che non si evidenziano e non si esaltano troppo, perché dati per scontati . Il luogo delle adolescenze che non finiscono più è un luogo ovattato, ma anche un’alternativa di sopravvivenza per tanti ragazzi che il lavoro lo hanno cercato davvero senza trovarlo. Se lo stipendio esiguo dei genitori e la pensione dei ritrovati nonni hanno creato un reddito di emergenza a tanti potenziali  senza tetto, è segno che l’impianto parentale, in una parola i legami tra consanguinei, ha funzionato come una banca etica ed ha evitato guai sociali più seri.  La famiglia resta una risorsa per qualsiasi organizzazione sociale con un progetto evolutivo ed al momento giusto, come un razzo, espelle la navicella spaziale che farà da sé. Al momento stabilito, quando questa sarà in grado di navigare col proprio autonomo propulsore.

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