Psiche e genitori vs la scuola

ROBERTO CAFISO    DA LA SICILIA DEL 10.4.15

GLOI ERRORI EDUCATIVI DEI GENITORI CONTRO LA SCUOLA A TUTELARE FIGLI INDIFENDIBILI

 

      Il dileggio della Scuola e degli insegnanti  definiti prevenuti   da parte dei genitori  di alunni   “maltrattati” in classe,  è un grave   errore educativo di spessore spesso incalcolabile. Per un  ragazzino  la Scuola è la prima forma di istituzione con cui viene a contatto. Criticare a buon mercato i suoi rappresentanti frontali, i docenti, pur di giustificare  il figlio, equivale a sfiduciare ai suoi occhi lo Stato e a cascata i  suoi rappresentanti a vari livelli.

 

I professori com’è noto sono una categoria controversa e spesso nell’occhio del ciclone. Sono persone e dunque sbagliano. Sono stati studiati da tempo  atteggiamenti  inconsapevolmente  preorientati   nei confronti degli alunni. L’effetto Pigmalione o l’effetto Pilota, che direzionano pregiudizialmente un’idea   su un ragazzo dall’inizio dell’anno alla fine. Fenomeni umani che hanno una base di imprinting   spontaneo  e che possono essere corretti se  ravvisati. Si tratta di dinamiche potenzialmente presenti  su  ogni organismo giudicante o valutativo.

 

Tuttavia anche l’insegnante più prevenuto agisce all’interno di un consiglio di classe, ove si intersecano opinioni e dunque si consolidano o si sbriciolano  giudizi  sulla condotta o sul rendimento di un alunno.  Le persecuzioni in classe sono fenomeni  di norma improbabili, per l’elevato controllo sia orizzontale che verticale  dei  docenti.  Dunque è temerario pensare ad un accanimento   gratuito   contro un ragazzo in classe, anche perché ogni voto negativo e ciò che ne consegue va motivato nel dettaglio.

 

Per contro i “ genitori – ultras”  dei figli neppure immaginano il danno che arrecano loro arroccandosi a loro volta nel preconcetto   nei confronti di un docente. Esposti, ricorsi al TAR, denunce alla stampa,  attestano che sovente non si vuol prendere atto dei limiti del figlio da  tutelare  spesso  contro ogni evidenza.  Rimpinzarlo di giustificazioni  ed alibi da un lato acuisce il suo vittimismo, dall’altro lo persuade che gli organi costituiti sono ingiusti per definizione e dunque bisogna difendersi e schivarne le decisioni con ogni mezzo e furberia.

 

Da qui i diplomifici , scuole parificate del recupero, dove la media del 4 del ragazzo  diventa magicamente  del 7, con buona pace di tutti. Un futuro, quello del ragazzo, denso di nubi, fatto di scarsa tolleranza alla frustrazione, deresponsabilizzazione ed  opportunismo  senza scrupoli  a  danno della realtà  e dunque, in ultima analisi,  di se stesso. Quando un Paese democratico si base sul fregare lo Stato pur di galleggiare, allora quei cittadini sono diventati il cancro della  democrazia.

 

Le situazioni scolastiche negative vanno vagliate con serietà da parte delle famiglie, ascoltando  oltre  il figlio, che ha tutto l’interesse a giustificarsi,  il corpo docente,  che non ha nessuna voglia di accanirsi  contro   un ragazzo, tradendo il mandato formativo tipico delle agenzie educative di cui la  Scuola è il principale esponente.  L’istituzione  perciò va tutelata dagli attacchi  spesso  scriteriati di  famiglie inconsapevoli e talvolta illuse  sull’impegno ad apprendere del ragazzo. Soprattutto non concedendogli ad ogni costo  recuperi a pagamento  pur di non fargli  perdere l’anno. Ripetere una classe  può essere salvifico e maturante  più di una promozione immeritata. Ma è chiaro che bisogna esserne persuasi, perché la corsa al diploma a tutti i costi può diventare  un vano  traguardo  dopo il quale si apriranno  voragini esistenziali per un giovane persuaso di poterla fare sempre  franca.

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