Psiche e la libertà

PSICHE & SOCIETA’ di ROBERTO CAFISO  DA LA SICILIA DEL 16 OCT 2015

 

LIBERTA’ UN DIFFICILE EQUILIBRIO TRA ISTINTI E RAGIONE

 

 

La libertà personale è un concetto dibattuto da secoli da filosofi, teologi, giuristi e da un po’ anche da psicologi e  neuro scienziati. Da quando le immagini cerebrali  hanno dato maggiori evidenze sul funzionamento del cervello in talune situazioni di sollecitazione o di stress. Su come, in altre parole, procediamo nel difficile equilibrio  tra istanze istintuali ed emotive ed intervento  ponderato dei lobi frontali.

Il libero arbitrio è un ideale secondo cui ciascuno è abilitato  di scegliere da solo scopi ed obiettivi delle proprie azioni,  perseguendo attraverso la volontà il percorso esistenziale più redditizio  . L’ auto determinazione è il requisito attraverso cui l’individuo diventa  artefice della propria vita. Una concezione  diametralmente opposta attribuisce a fattori soprannaturali ( il destino ) o naturali ( la genetica ) l’evoluzione  umana, il cui futuro sarebbe così già scritto nel dna di ciascuno.

In verità vi sono persone che nel corso della propria vita fanno scelte radicali che cambiano nettamente gli assetti precedenti, dando credito alla  tesi della libertà di scelta personale . Ad un tempo altri individui  avvalorano la seconda concezione,  restando  uguali a se stessi o ricadendo dopo incerti tentativi di  cambiamento  nelle stesse modalità esistenziali di sempre.

Per questo il concetto di libertà personale è intimamente legato oltre che a fattori culturali di tipo ideologico e religioso, anche all’equilibrio personale, che è quello che ci consente una programmazione accurata delle nostre mete ed un crono programma fatto di tappe  utili al traguardo finale. Vi sono esseri umani che cominciano cento attività e non ne portano a compimento nessuna. Altri che si danneggiano  con evidenti stili di vita nocivi,  ed altri  ancora che  puntano tutto sul piacere immediato, a prescindere dalle conseguenze  che esso comporterà. Sono libere queste persone ?

E’ libero chi  avrà  una vita rovinosa ? Chi  si  ammazza a goccia lenta o chi si  uccide e basta ? La stessa eutanasia è vera  libertà di scelta ?  E’ in linea con  l’autoconservazione individuale e della specie ?   Nella disperazione, in altre parole, c’è libertà ? L’idea di libertà appare come  la scelta più vantaggiosa tra più opzioni, senza costrizioni o sensi unici dettati da una modalità di pensiero priva di alternative.   Chi è  incapace di prendere decisioni ragionate , rispondendo solo  al piacere  immediato è libero ?    La libertà dunque non dovrebbe mai essere l’opzione più semplice, ma quella più redditizia sotto il profilo del  benessere personale in prospettiva, all’interno di una  cornice  anche morale e dunque di interesse collettivo.

E  sino a dove può spingersi la nostra libertà,  dal momento in cui viviamo in contesti sociali popolati da altri  individui che intendono, ciascuno, esercitare questa prerogativa ? Ecco che l’arbitrio ,  oltre alle istanze personali,  deve tenere conto anche di quelle degli altri. Perché un diritto soggettivo  esercitato comunque,  può ledere quello altrui. E qui la libertà diventa un’autolimitazione consapevole per non arrecare danno a  chi ci  sta intorno.  Sotto questo profilo è  libera la madre che sacrifica le proprie esigenze per accudire la prole o  il  partner per venire incontro alle esigenze dell’altro,  oppure un servitore dello Stato per garantire la democrazia.  Liberi purché  consapevoli  e soddisfatti di questa auto sovranità con limiti scelti.  Un buono è libero di esercitare la propria bontà solo se potrebbe essere anche  non buono. Se non sa  essere che retto ed onesto  e non sceglie la bontà volta per volta, esso è più probabilmente una persona succube di principi sovra determinati che lo governano suo malgrado. Sono sottili i confini tra arbitrio e doverizzazione.

Tanti interrogativi,  perché le risposte definitive sulla libertà di un essere umano  non sono ad oggi corali. La certezza è che libertà non è autogoverno a prescindere da tutto  e  non è edonismo e soddisfazione ad ogni costo dei bisogni. Sennò i bulimici, i tossicodipendenti, gli impulsivi  e i compulsivi, gli stalker ed i serial killer dovrebbero essere liberi. Ma non c’è libertà senza un’altra opzione disponibile. Mai.

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