Psiche e notizie brutali

PSICHE & SOCIETA’ di Roberto Cafiso da LA SICILIA del 15 AGOSTO 2015

IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA EMULAZIONE E DIRITTO DI CRONACA

Si chiama libertà di stampa ed è una  prerogativa delle società democratiche, quella cioè di raccontare i fatti e dire sempre la verità, pur scomoda o tremenda. Si chiama spirito emulativo ed è la tendenza degli esseri umani, specie di certuni, ad imitare comportamenti altrui, a prescindere dalla loro utilità sociale.

Due istanze che talvolta si elidono in modo drammatico, lasciando interrogativi senza risposte certe su cosa sia più giusto fare :  informare o nascondere per evitare l’imitazione. E’ ciò che si dibatte  a proposito dei gesti di terrorismo o di violenza in genere a cui si assiste in maniera fitta di questi tempi. Gli emuli sono sovente persone  particolarmente  influenzabili, talvolta psicologicamente labili, portati a ripetere per svariate ragioni ciò che hanno visto in tv, ascoltato in radio, letto sulla carta stampata. Persone alla ricerca di un’identità mai avuta o smarrita nel tempo.

Imitare un gesto estremo e sanguinoso è frutto di problematiche personali che si slatentizzano in momenti di raptus , di tendenze incoercibili o idee sotto soglia covate nel tempo  e che trovano  ad un certo punto un modello ispiratore, assurto alla ribalta . Il clamore e l’enfasi che spesso si dà a tali gesti può accendere la miccia del ripetere un atto riproducendolo  in modo analogo o persino più clamoroso.

Si è detto che bisognerebbe limitare la diffusione di certe notizie. Ma si è detto pure che lo stravolgimento delle regole democratiche sarebbe esso stesso un risultato a cui puntano i destabilizzatori dei sistemi sociali. Non si tratta di imbavagliare tv e radio in special modo ( i mezzi che fanno vedere in tempo reale le scene e gli effetti dei crimini e delle stragi ) , ma di  prendere atto che è internet ed i suoi svariati motori di ricerca la fonte più cruda della cronaca , che si compiace non di rado di mostrarla  in tutta la sua  spietatezza.

Sono queste scene che inducono , proprio per la loro forte valenza emotiva, reazioni diverse. Per certuni  orripilazione  ed evitamento, per altri morbosa curiosità ed eccitazione. Perché, ci piaccia o no, dalla notte dei tempi, la brutalità eccitando attrae i cervelli che si sono meno evoluti e che restano numerosi in ogni emisfero della terra. Dunque si tratta di calmierare più che la notizia, che i professionisti dell’informazione possono proporre sterilizzata da ogni forma di  morbosità, i dettagli  visivi e dei resoconti. Perché sia le immagini crude ( è questo è evidente a tutti ),  ma  anche la scelta di certi vocaboli possono innescare processi mentali incontrollabili  e dunque passaggi all’atto in  persone predisposte ,  i cui gesti  non abbiamo modo di prevedere.

Verrebbe da pensare che chiunque sia sacrificabile al “diritto di cronaca”, ma sarebbe meglio dire alla volontà di taluni di propinare la verità nel peggiore dei modi. L’individuo  è l’animale in grado di commettere i crimini più efferati. Egli  per di più pensa, imita, si conforma ed  è colpito da certi spunti che possono ispirarlo, persuaderlo,  direzionarlo. In fondo è la filosofia su cui si basano certe religioni estreme,  le ideologie, le sette, i guru, i santoni di ogni stregua. Su questo il pacchetto di conoscenza è vasto, ciò che serve è semmai  la comune volontà di impedire gli eccessi  di descrizioni  che produrranno altri eccessi in una perfida spirale. Il tutto con la giustificazione di tenere il mondo informato, anche quello  non formato nella critica e nell’arbitrio.  Due componenti che hanno a che vedere  non solo con l’acculturazione , ma anche  con l’equilibrio psichico dei singoli  e dunque con la salute mentale della collettività.

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