Psiche e buon senso
PSICHE & SOCIETA’ di Roberto Cafiso da LA SICILIA del 25.7.16
C’E’ UNA SCIENZA SENZA LABORATORI E CAVIE : SI CHIAMA BUON SENSO
C’è una scienza che non si avvale di studi sperimentali, di neuro immagini, di topi in laboratorio o di laser – bisturi e si chiama “buon senso”: è una pratica empirica e si alimenta dell’esperienza tramandata dei nostri antenati che prima di noi hanno vissuto il mondo e le sue leggi. Ovviamente si tratta di una “scienza molle”,per nulla esatta, perché su di essa incombono consuetudini, pregiudizi, regole morali e limiti conoscitivi. Ma è lo stesso una buona bussola per orientarsi nella vita.
Molti genitori ed educatori ritengono ad esempio che agevolare e consentire ai giovani tutti i loro desideri sia un atto di amore. Se ciò funzionasse davvero non avremmo né figli viziati e mollicci, né famiglie sconquassate da un permissivismo smisurato. Chi limita per un vero interesse il figlio e non lo asseconda per comodità è di certo un modello più utile al suo divenire. La cosa più facile è dire sempre di si. Ma chi dice dei no è di fatto presente e non si defila. Un detto popolare recita : chi ti fa piangere ti farà ridere … E’ difficile da comprendere letteralmente, ma la logica dell’espressione affonda la radici nel non fidarsi dei risultati del buonismo qui ed ora, aspettando i frutti dell’albero potato quando matureranno.
Anche chi non immobilizza un altro in un recinto di mondo, consentendogli di volare e sperimentarsi senza tarpargli le ali è colui il quale sa amare oltre la propria convenienza. Il luogo degli uccelli è il cielo, chi li tiene in gabbia col pretesto di prendersene cura in realtà sta solo coltivando un bisogno di possesso. Le guide migliori per i ragazzi sono quei “tracciatori di rotte” che danno prospettive ed invitano a sperimentarne qualcuna. A loro fianco , dal lato del navigatore.
E che dire di coloro che provano in tutti i modi a cambiare la visione delle cose di un’altra persona per dargli la più “utile prospettiva” di vita ? Quelli che non sanno contemplare la differenza e la complessità e provano a ridurre tutti i cervelli loro affidati ad una convergenza di idee che coincida con la loro ? Costoro creano infelici , ma sono persuasi di aver indicato la miglior strada possibile . Il modo più utile per guardare il mondo spesso non è quello di pretendere che il mondo cambi, ma di avere nuovi occhi. E si cambia davvero solo quando si è motivati a farlo. Il buon senso dice anche che i facili entusiasmi, quelli “a pelle” si sciolgono spesso come neve al sole. Che le folgorazioni durano a loro volta poco perché il buon cavallo si vede alla distanza. E che non si ride o si piange per tutto il tempo, perché la ruota esistenziale gira di continuo per tutti e bisogna essere preparati ai sorrisi come alle lacrime. Le regole non scritte, quelle tramandate hanno un loro valore pragmatico e simbolico. I detti, i proverbi, anche se in parte anacronistici, esprimono conoscenze tramandate. Alcune frutto di superstizioni del tempo che fu. Chi nasce tondo non muore quadrato non può essere una verità perché è falsificabile ( il cambiamento è un fatto reale ), ma che sia difficile farlo e non alla portata di tutti , resta pur sempre un’evidenza. Così come è vero ma non auspicabile seguire l’adagio che chi lascia la strada vecchia per la nuova rischia. Come dire: meglio starsene li dove si è. La saggezza a volte è prudenza dal sapore stantio, in un’epoca nella quale sopravvivere era l’obbiettivo principale della maggior parte della gente. Ma il gregge ordinato non ha mai cambiato il mondo ed essere una pecora controtendenza serve a tutta l’umanità.