Psiche e cani

Psiche & Società di ROBERTO CAFISO  /   DA LA SICILIA DEL 5.9.16

DALL’AMORE PER I CANI ALLA  “DOG ADDICTION”…..

Non è mai del tutto  chiaro se quest’amore sempre più diffuso per i cani sia frutto di una nuova sensibilità per gli animali e segnatamente per gli amici più fedeli dell’uomo o se si tratti invece  di uno dei tanti trend a cui le nostre collettività sono genuflesse. In giro , dovunque, cani al guinzaglio e padroni fieri di tanta compagnia. Sarà vero amore o si tratta di una sorta di “dog addiction”, ennesima compulsione?

Molte volte gli animali sono un compenso affettivo. Di persone restate sole, per figli desiderati e mai avuti, di un dedicarsi frustrato altrove. Ciò non fa di questi legami un bluff, sia chiaro. Ma nel modo di trattare i cani, snaturandoli a volte delle  loro caratteristiche endemiche, c’è l’equilibrio tra il prendere e il dare.  Chi si ama non si incatena a nessun livello. E un animale non  si “ umanizza”   a tutti i costi. Lo si rispetta conoscendone le caratteristiche di razza e temperamento. Riguardo a ciò si dice spesso che ciascuno sceglie una specie che gli somiglia  nei tratti caratteriali  e nell’aspetto. Forse una forzatura, ma è anche vero che scegliamo non solo ciò che ci compensa, ma che pure che ci è speculare.

C’è chi prende un cane nei canili, c’è chi lo ordina agli allevatori perché deve essere doc. Anche questo può far intuire l’intento con il quale ci si approccia all’animale. Ed a proposito di razza alcuni privilegiano quelle cosiddette pericolose, tipo Rottweiler o Pastore dell’Anatolia, oppure il Mastino napoletano piuttosto che il Pit bull, eccetera. Sul perché costoro amino fare sfoggio di potenza e minaccia spesso ci si interroga. Si tratta di cani da guardia che non sempre hanno qualcosa da guardare e spesso, snaturati, vivono reclusi in un appartamento.

Queste razze, come del resto  tutti i cani, cercano un padrone caratterialmente deciso, che non li tema e che li addestri, un capo branco insomma. Non tutti i padroni di queste razze hanno queste caratteristiche e ciò può comportare acting out anche  feroci di questi animali con rischi per chiunque, proprietario incluso. Non è chiaro al riguardo, così come avviene per il porto d’armi, perché  un aspirante possessore  non debba essere sottoposto ad un esame psicologico e medico.

I cani  comunque non possono essere una moda, per poi stancarsi ed abbandonarli dovunque. Adesso degli animali in Italia si occupa anche il codice penale e i maltrattamenti oggi sono perseguibili. Non si possono  scaricare tendenze sadiche o violente su una bestia indifesa, né aizzarla per slatentizzare gli istinti atavici della razza,  un tempo utili per la salvaguardia di greggi o mandrie  dall’assalto di predatori. I cani, come gli umani, hanno un loro dna su cui si innescano processi educativi che un padrone deve attuare per rendere il cane armonioso con l’ambiente dove vive e le persone con le quali è a contatto. Costoro saranno ripagati con gli interessi: un cane legato al padrone è disposto a dare la vita per lui.

La nuova cultura animalista è senz’altro un progresso, così come nello specifico il prendersi cura di un cane. Vanno rispettate in ogni caso le regole di distinguo tra uomo ed  animale,  ed è necessario dedicarsi alla propria bestia meticcia o col pedigree come si farebbe con un proprio simile. I cani in molti casi sono bambini che non crescono e percepiscono la paura, l’affetto e la cura del loro padrone, la serenità della famiglia nella quale  vivono. E come i bambini sono gelosi dei bimbi neonati  e vanno giù di umore o diventano più nervosi e dispettosi.

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