Psiche e figlie prese dal ragazzo sbagliato
PSICHE & SOCIETA’ di Roberto Cafiso da LA SICILIA del 19.9.16
RAGAZZE MODELLO TRASFORMATE DAL CRAVING AFFETTIVO PER IL LUI DI TURNO
Sono delle proprie addiction affettive e per lo più colpiscono adolescenti ancora minorenni, fino a quel momento ragazze modello in casa, di alto rendimento scolastico e sportivo , con una vita relazionale ed amicale molto ricca. Vanto dei genitori, queste ragazze ad un certo punto si trasformano. Conoscono un ragazzo , un po’ spiantato ed un po’ smargiasso, che ha interrotto gli studi e non ha alcun progetto , e se ne invaghiscono a tutto tondo.
L’addiction sta nel non avere altro interesse che per lui. A parte le veloci incursioni a casa per mangiare e dormire ( poco ) , il resto della giornata è un sacro furore per stare appiccicate a questo principe azzurro con un motorino malandato e non assicurato al posto del cavallo bianco . Chattano 24 ore su 24 o quasi, telefonano e video chiamano sino allo sfinimento per familiari, ma non certo per loro che da questa relazione sembrano prendere linfa vitale per esistere.
Una dipendenza così accentuata che fa gridare i genitori al plagio e queste ragazze, diventate automi col tastierino in mano, che istericamente urlano senza ritegno, reclamano di voler vivere la vita che hanno scelto. Ovvio che “scelto” è un termine improprio : di fatto si sono trovate d’improvviso a focalizzarsi in esclusiva con un tipo che mai avrebbero pensato sino ad allora. Spesso si tratta del primo ragazzo e tutto arriva con un impeto travolgente, di una veemenza tipica di uno tsunami.
La disperazione della famiglia ed il senso di impotenza che ne deriva non è mai una buona consigliera. Anche perché, a proposito di suggerimenti, essi arrivano da ogni parte, in modo controverso e confusivo. Perché mamma e papà parlano, si rivolgono, chiedono ed hanno risposte di ogni tipo, perciò contraddittorie. Un caos che crea tensione e indebolisce i rapporti con la figlia oramai “rapita” mentalmente da questa esperienza. Lui, il principe in motorino, spesso è un duro di paglia o ha un suo interesse o semplicemente ha avuto accesso in un ambito sociale dove mai avrebbe pensato di irrompere e permanere forzatamente.
I genitori tentano anche il dialogo col ragazzo, provano a contattare la sua famiglia, spesso evanescente e sfilacciata e non di rado complice per interesse. Ma è tutto inutile e quando passano alle minacce, anche attraverso terzi, la figlia ancor di più si accanisce e sprizza un dichiarato odio per mamma e papà, un veleno paralizzante che i genitori mai avrebbero pensato di sentirsi inoculare da una ragazza un tempo loro orgoglio. Tentativi ed errori che rafforzano quel legame che in realtà legame non è. Ma chi è coinvolto non può percepire le sfumature, tanto meno interpretarle.
La qualità della relazione è di norma sbilanciata, di sudditanza patologica, con un lui che tratta male lei ; e più lo fa, più lei è succube e “presa”. Ma tutto ha un limite e se i genitori avranno la capacità di non avversare violentemente il rapporto, esso si risolverà il più delle volte da solo, perché a furia di essere umiliata una ragazza di base normale ad un certo punto si sveglierà per dire basta. E di colpo tutto si rimette a posto, come quando ci si desta da un incubo svanito, durante il quale i genitori erano comunque lì, accanto alla figlia, che non strattonavano , né aggredivano. Perché da certi sogni ci si deve risvegliare da soli. Unica precauzione durante l’addiction affettiva è il monitorare l’uso di droghe e il sesso non protetto. Proprio per evitare danni collaterali al risveglio.