Psiche e filogenetica
di Roberto Cafiso da LA SICILIA del 23.1.17
L’ISTINTO PRIMORDIALE E LE SCELTE MATRIMONIALI
Si sposavano sino a non molto tempo fa per lo più sulla base dell’attrazione fisica. Alla quale, giusto per non sembrare prosaici, aggiungevano la parola “emotiva”. All’alba dell’umanità le femmine erano scelte perché procaci e i maschi, traboccanti di testosterone, si accoppiavano per fecondarle . Belle e belli. Attraenti entrambi, sinuose e muscolosi … Era il gioco della natura che aveva come finalità moltiplicare la specie al meglio dei dna.
Il fatto è che questa prerogativa non si è mai davvero estinta. Avrebbe dovuto ? Nel momento in cui la femmina, intanto divenuta donna, non doveva più temere le belve, la fame e i predatori , ed il maschio, intanto diventato uomo, non aveva perciò più bisogno dei suoi muscoli per combattere, le scelte – sviluppatasi intanto la corteccia cerebrale – avrebbero dovuto basarsi su altri parametri. Agli estremi del ragionamento questo modello è rimasto a volte intatto pur apparentemente diversificandosi. E la sicurezza non la dava più la prestanza fisica dell’uomo ma il suo conto in banca. E le donne, pur a costo di immolarsi dentro coppie improbabili, sceglievano “di testa” , cioè di calcolo, tappando la bocca all’istinto. Concedendosi al più facoltoso, pur brutto e attempato.
Stessa cosa per le caste nobiliari, terrorizzate da disperdere il proprio patrimonio nelle tasche di plebei senza sangue blu. Accoppiarsi tra parenti era la regola, con insulti alla genetica delle future generazioni. Ma pazienza : il mantenimento del censo era assicurato e le discendenze di lignaggio pure. Diciamo che uomini e donne hanno percorso spesso derive senza sbocco per poi tuffarsi tra le braccia di un amante o ritentare il matrimonio dopo flop annunciati. Il fatto è che ad oggi l’attrazione fisica, bene che vada, è ancora fatale. Si fanno scelte a lungo termine su questa variabile indipendente, senza guardare a ciò che poco più tardi diventerà indispensabile. La dolcezza, il rispetto per l’altro, l’amore inteso come gesto affettivo, costante ed attento. L’accudimento e l’affidabilità. E così, senza fare alcuna esperienza da casi simili andati a male come il latte, si continuano ancora a privilegiare gli aspetti estetici – non a caso curati in ogni epoca – rispetto a quelli sostanziali della personalità.
E’ vero che un partner deve piacere, ma non è stolto affermare che non può solo piacere per le curve giuste o la tartaruga sullo stomaco. Non basta perché non dura e stranamente aspetti immateriali sottovalutati dopo un po’ diventano irrinunciabili e si scopre che l’altro o l’altra è solo un bell’involucro vuoto di contenuti. Un astuccio che il tempo promette di guastare inesorabilmente. Liti, conflitti, rapporti che scoppiano. Separazioni, divorzi. Di nuovo in gioco i “new single” cercano il riscatto. Ma non si cambia cambiando l’altro, ma i propri occhi , cioè la propria testa. E così di nuovo molti incappano nell’analogo trend di cercare il belloccio o la bonazza di turno. Frequentando ambienti dove potranno trovare solo bellocci e bonazze.
Hanno voglia a dire che ormai non basta più per loro un buon amplesso , secondo un copione dalla notte dei tempi sempre in voga. In verità continuano a cercare l’attraente per rifare ancora le stesse cose, errori compresi. Tanto da rimpiangere non di rado il primo partner con cui erano stati messi al mondo tra l’altro dei figli. Un’umanità senza pace ? Solo che non impara dai propri errori. Perché non osserva e non si osserva. E perché crede, in fondo, che l’umanità riparta da loro e tutto ciò che è successo sino a quel momento non li riguarda, talmente ritengono di essere “speciali”. Se potete immaginare quanta gente si avverte “speciale” possiamo capire perché gli esseri umani si muovano per lo più prevedibilmente come i greggi e sono poche le pecore che non seguono il tragitto filogenetico più afflitto.