Psiche e nonne

PSICHE & SOCIETA’ Di ROBERTO CAFISO  da LA SICILIA del 20.11.15

 

LE NONNE CHE  TARPANO LE ALI ALLE FIGLIE GIOVANI MADRI

 

Nel difficile equilibrio tra l’amore regalato e quello reclamato si pongono non di rado le madri, istituzioni della nostra famiglia, totem sacri con un mandato siglato dalla natura e ispirato dalla sacralità di Maria, madre della cristianità. Eppure in nome di tanti valori le madri possono provocare guasti   all’interno delle famiglie. Le proprie e quelle dei figli intanto diventati  adulti. E’ l’evidenza  in  numerose  crisi coniugali e in molte  infanzie disorientate.

 

L’accudimento è un requisito fondante  l’equilibrio sereno del genere umano. Le madri ne sono le prime depositarie, perché trattano sin dal proprio grembo i figli. Su di esse le società ripongono aspettative, perché la salute dei singoli dipende in larga parte dal benessere dei primi anni di vita.  Il loro compito  è tuttavia a tempo e varia col crescere dei figli. La tipologia  relazionale  tra genitori e figli deve diversificarsi ad ogni età  e cristallizzare  un’ analoga modalità di contatto a dieci e a trent’anni può avere gravi ripercussioni sull’evoluzione degli individui.

 

Le madri diventate nonne non hanno esaurito il loro mandato naturale. Esse continuano, in seconda linea, a supportare i figli diventati intanto  genitori. Il farlo è un’arte, perché la loro presenza va dosata in modo discreto ed a tempo. E ciò sia per favorire   la nuova madre ad appropriarsi del proprio insostituibile ruolo, sia per non inficiare il  giovane  nucleo familiare che necessita di autonomia e  sicurezza interna. Ed non di meno  per non confondere i nipoti,  che devono avere come modelli di riferimento privilegiato  la madre ed il padre.

 

Ma quando una donna avanti con gli anni riscopre indirettamente la maternità può correre il rischio, per svariati motivi spesso inconsapevoli , di incunearsi nel nuovo nucleo, facendo leva su disponibilità ed esperienza e in tal modo impedendo alla figlia ad impossessarsi di un ruolo irrinunciabile. Meccanismi a volte sottili, invisibili , fatti di decisioni ed  incursioni   che mettono all’angolo i  nuovi genitori che da un lato patiscono, dall’altro sono bloccati nel reclamare la propria genitorialità  da un debito di riconoscenza antico.

 

Scrupoli  nefasti ,  perché non è con i tentennamenti o con l’attesa di tempi migliori ( “ magari capirà ….” ) che i bambini si allevano nella chiarezza. O in buona fede o in cattiva fede gli errori provocano screzi  e talune discrasie sono visibili sin dai primi anni, sotto il profilo dell’ansia, del ritiro sociale e persino della cagionevolezza fisica. Riportare ruoli e funzioni nell’alveo più naturale è compito di chi ha a cuore il futuro di bambini confusi e strappati qui e là. Talvolta in verità i nuovi genitori sono incapaci di assolvere efficacemente al loro ruolo. Il lavoro di entrambi è spesso il motivo più ricorrente. Il compito dei nonni non è sostituirsi ad essi, ma favorire in ogni modo l’assunzione di responsabilità di mamma e papà.  II dedicarsi ad un bimbo che cresce deve diventare un piacere oltre che un dovere.

 

Per i nonni  è  il gesto d’amore più grande : preparare un palcoscenico di armonia affettiva, ponendo  i figli in prima fila e  restando fuori dai  riflettori, defilati ma cruciali, come sanno fare i veri registi. Continuare a significare per   figli e nipoti è un’eredità insostituibile, un donare ancora se stessi senza pretendere nulla in cambio.  Non è da tutti, è vero. Le confusioni che derivano da scadenti adattamenti degli adulti si riverberano negativamente sui bambini che sono il futuro di ogni società, da salvaguardare ad ogni costo. Il tempo che scorre ambiguamente  è tempo sprecato e crea ferite nei piccoli, talvolta poi difficili da cicatrizzarsi. Per questo far  chiarezza è un dovere  in ogni caso, anche a costo di salvifiche crisi tra generazioni.

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