Psiche e pedofilia amorosa
Psiche & Società Roberto Cafiso
I comportamenti umani più sono frequenti più tendono ad essere normalizzati, indipendentemente dalla loro “gravità”, concetto che sfuma con la consuetudine. E’ il caso di un pronunciamento della Corte di Cassazione, terza sezionale penale, del novembre scorso che ha sancito che una relazione con un adulto ed una quasi quattordicenne , qualora questa sia consenziente, deve prevedere delle attenuanti. In sostanza la Corte ha sostenuto che un relazione amorosa, priva di costrizione fisica, non integra un reato di pedofilia pura e semplice, prestandosi invero a valutazioni differenti rispetto quelle fatte dalla Corte territoriale che aveva ravvisato gli estremi della coartazione.
L’invasività costrittiva è solo quella violenta, carnale o una tredicenne può essere oggetto di una circonvenzione psicologica stante che gli assetti personologici a quell’età sono fragili i e suscettibili di influenza ? E tra un adulto e una bambina può essere invocato il concetto di “relazione amorosa” che prevede un’equipollenza di arbitrio ed una maturità reciproca per distinguerla dal comune plagio ? Con un ragionamento di alto profilo teoretico l’alta Corte non ha escluso che, benché il congiungimento sessuale con una bambina ad opera di un adulto sia in grado di compromettere lo sviluppo psichico della minore con ripercussioni persino devastanti sulla sua evolutività, il consenso attenuerebbe la lesività e dunque all’imputato vanno comunque concesse le attenuanti.
Un pronunciamento di fatto rischioso per ogni fattispecie futura perché basterà che un adulto, affetto da un disturbo di personalità e da comportamenti pedofilici , sia talmente abile nella manipolazione di un minore da integrare un “rapporto d’amore” piuttosto che una violenza. L’innamoramento pur dichiarato di una bambina per il suo carnefice è un dato probante al fine di identificare una scelta consapevole ? Se così fosse non esisterebbe la nota “sindrome di Stoccolma” dove la vittima sviluppa una dipendenza morbosa dal carnefice o gli episodi persecutori ed aggressivi tipici degli stalker non vissuti dalla vittima come coercizione, bensì come passione da parte dell’aggressore.
Sappiamo che non è così, perché a fronte di un adulto deprivato di un’adeguata capacità di giudizio autoprotettiva, lo Stato può sostituirsi alla vittima che non si avverte tale e perseguire il persecutore, reo a tutti gli effetti. Allo stesso modo invocare l’essere consenziente da parte di una ragazzina ad una relazione con un adulto appare sanata solo in astratto e privo dei requisiti minimali per una relazione paritetica, vale a dire la piena consapevolezza ed il deliberato consenso da parte di entrambi.
Tant’è che per le unioni civili ( matrimoni ) di un minore si rende necessario il consenso di chi ne ha la patria podestà . La libertà sessuale non è una condizione interiore che si sostanza con una dichiarazione, è frutto di consapevolezze, esperienze, raffronti e capacità di valutare e formulare ipotesi diversificate sui pro e sui contro di una relazione. Ritenere una quasi quattordicenne in grado di quest’operazione certamente apre le porte a discriminanti che si focalizzano sul concetto romantico di rapporto d’amore, difficile già da definire tra due adulti, figurarsi tra un adulto ed una bambina. Rischi ? Che la pedofilia nel tempo stia uscendo fuori dall’ambito psicopatologico divenendo anch’essa un’opzione affettiva.