Psiche e presuntuosi
PSICHE & SOCIETA’ROBERTO CAFISO DA LA SICILIA DEL 23 OCT 2015-10-24
I PRESUNTUOSI E LA LORO VITA SEMPRE ALLA RICERCA DI SIMMETRIE
Meno si sa più ci si spinge a presumere. Sovente il singolare paradigma camuffa l’ignoranza e la trasforma in auto persuasione che non arretra e non sente ragioni. Se d’altronde si è a conoscenza di pochi elementi di un sistema e si è in grado in qualche modo di attivarlo, ci si convince di padroneggiare quel sistema e dunque di potersi sedere sullo stesso tavolo degli esperti di quel complesso.
In realtà i presuntuosi sono degli intuitivi. Masticano di qualcosa e si pongono in simmetria con resto del mondo. Non accettano limiti che o non sanno di avere o che al contrario conoscono bene, ma non vogliono mostrare per paura di sminuirsi. Hanno un concetto di se precario, camuffato da una buona autostima, coltivata nei contesti dove vivono e dove sanno di non essere né smentiti, né confrontati. O per solidarietà e perché chi ne fa parte è impostato alla loro stregua.
Si sono ritagliati in sostanza un “piccolo mondo antico”, ove possono dar linfa alla propria ignoranza incapsulata , una trappola sovente inconsapevole. I presuntuosi hanno il terrore di dover sempre dimostrare e competere. Mettendosi in sfida cercano di salvaguardare il proprio assetto e quando gareggiano lo fanno da soli, nel senso che l’interlocutore il più delle volte non ha né motivi, né voglia di duellare con loro e dunque non è della partita.
Una vita molto faticosa, ove il passato è in genere migliore del presente e la cristallizzazione è la difesa all’evoluzione che di fondo avversano, perché l’allargamento di vedute minaccerebbe le loro “convinzioni – scudo” , tendenzialmente immodificabili, giacché una loro revisione potrebbe appunto comportare il dissesto del loro fragile equilibrio. Anche per questa ragione appaiono sordi alle soluzione di nuovi problemi. O ne fuggono o cercano soluzioni improbabili , che non tengono mai conto di tutte le variabili in campo. Per questo risultano presuntuosi , perché si abbarbicano a tesi inespugnabili, poggiate dogmaticamente sull’argilla e facilmente confutabili se solo fossero disponibili ad un onesto confronto.
Queste persone spesso non ascoltano e lo fanno o parlando “sopra” l’interlocutore o pensando a ciò che dovranno rispondere senza prestare attenzione alla tesi dell’altro. Sordi, ma nient’affatto muti, perché guai ad essere contraddetti o smontati nelle proprie certezze. Sarebbe drammatico e sminuente se qualcuno potesse insegnar loro qualcosa. Dell’altro cercano spesso i punti deboli per attaccarlo, semmai questi li avesse messi al muro su un tema, sminuendone il valore e perciò le sue tesi . Non si raffrontano mai sulla base di un’ antitesi motivata, ma solo su stereotipi di granito che altro scopo non hanno che quello di far restare in piedi le proprie convinzioni . E anche quando concordano e solo lì per lì : torneranno a fare come hanno sempre fatto dal giorno dopo, genuflessi ad un credo irreversibile.
E così chi presume si mostra competente su tutto, dalla medicina sino a come posizionare la moquette, confortato dalle indicazioni trovate su Google che è diventato il vangelo degli afflitti del vero sapere, che invece è frutto studio, competenza ed esperienza. Sono un popolo che cresce e che semina oltre alla presunzione anche l’incapacità di modificarsi, vero e proprio virus sociale, responsabile di moltissimi disagi e disadattamenti. La vita prima o poi presenta il conto a tutti e per i presuntuosi questo è sempre più salato, perché non si può fuggire per sempre dalle verità e dal giudizio definitivo dell’umano consorzio.