Psiche e realtà
PSICHE & SOCIETA’ ROBERTO CAFISO da LA SICILIA del 27.3.15
GUARDARE IN FACCIA LA REALTA’ VUOL DIRE SAPERLA ACCETTARE E VIVERE MEGLIO
C’è un’istanza che, ci piaccia o no, siamo costretti ad ossequiare nel corso della nostra vita. La realtà. Come sono o ci appaiono le cose, come succedono, non necessariamente capendo i perché capitano. La realtà può non doverci giustificare nulla: essa ci sollecita ad accettarla nel nostro interesse e ci ricorda che le regole non le facciamo noi, che siamo minuscole individualità al suo interno, dando potenti frustate al nostro ego, al desiderio di essere al centro di ogni processo esistenziale.
Vorremmo sentirci indispensabili ed unici. Spesso ce lo ripetiamo. Ci crediamo. Ed a volte è persino utile pensarlo. Ma nella nostra unicità sana non può non coesistere la presa d’atto di accadimenti che, non dipendendo direttamente da noi, spesso ci trascendono e per quanto potremo ritenerli ingiusti, iniqui o assurdi , essi si verificano comunque e possiamo solo accettarli, faticosamente. Oppure dannarci inutilmente per il resto dell’ esistenza. La realtà non fa una piega, né si commuove, né si corrompe. Va per la sua logica, spesso per noi illogica.
Essa è cruda, magari talvolta crudele,.ma è sempre onesta, leale. Non ci inganna, se non la copriamo di patine di insostenibili diversioni. La realtà ci dice semplicemente come stanno le cose. Che non andranno secondo i nostri pur legittimi desideri, che invecchieremo e che dovremo fare i conti con gli acciacchi, sino all’inevitabile fine della vita. Di mezzo fatti colorati, gioie, sorprese, lutti inaspettati, delusioni, fortune non preventivate … insomma un caleidoscopio di eventi che è la vita e che si muove lungo i binari di concretezza per quanto imperscrutabile . Chi con essa ha poca dimestichezza vive male e magari per scansarla si costringe a non restar lucido. Ma certi appuntamenti li possiamo solo rimandare per un po’ : prima o poi arriverà il conto che andrà pagato. Niente scorciatoie, raccomandazioni, deroghe, rateizzazioni, sanatorie. Lo paghiamo noi e o siamo pronti a farlo, ad accettare le regole del gioco , oppure ci schiantiamo sotto una pila di recriminazioni, contro il destino, la dea bendata, Dio ed altri ingenui ed inutili pretesti.
Gli esseri umani che non tollerano i fatti a loro sgraditi e che tuttavia accadono si ammalano. Ciò è inevitabile. La bassa tolleranza alle frustrazioni è un indice di fragilità che attesta un cattivo rapporto con la realtà e ad un tempo un precursore di ricerca di “soluzioni” peggiorative rispetto alla capacità di far fronte agli eventi ( droga, alcol, le malattia psichiche ….). Guardare in faccia alla realtà non vuol dire esserne succubi, ma adattarvisi al meglio senza evitamenti o fughe fantastiche. Il sonno è lo stacco previsto in natura per prendere le distanze dalla realtà. I sogni, anche ad occhi aperti, un altro lenitivo. Ma c’è un tempo per la fantasia, ed un altro per stare con gli occhi ben aperti. Se la realtà è di base indigesta, la vita lo sarà in assoluto.
Molti hanno paura di vivere. Si fermano, tergiversano, procrastinano, lanciano un grido di dolore. Come se ancora, da adulti, una fatina o il genio della lampada dovesse venire loro incontro a togliergli da i guai. Le fiabe promettono magie e spargono speranze per tutti. Esse alleviano e travisano il vero iter reale delle cose, dove non sempre viene sconfitto il drago, né soccombe la strega malvagia, ma tuttavia egualmente può valere la pena di spenderci lottando.