Psiche e ritardatari
Psiche & Società ROBERTO CAFISO
Hanno una struttura di personalità narcisistica che non necessariamente integra il corrispondente disturbo clinico. Li riconoscete dal fatto che non sono quasi mai né puntuali, né affidabili quando promettono. Dichiarano, giurano, ma raramente mantengono perché si perdono di vista nel culto di sé. non riescono a districarsi nella matassa dei tanti “assolutamente si” pronunciati, i più dei quali disattesi. La loro agenda giornaliera è virtuale, irrealizzabile, perché si sopravvalutano e non fanno esperienza dal non saper pianificare gli impegni nel tempo.
Sono auto contemplativi e di conseguenza auto referenziali. Spesso occupano posizioni di potere a vari livelli. Si compiacciono dall’ascoltare la propria voce e parlano, discutono all’infinito, impiegando il triplo del tempo per una comunicazione che avrebbe avuto maggior efficacia se fosse stata più breve, a vantaggio di un successivo impegno. Ma in realtà solo marginalmente vogliono comunicare contenuti, ma per lo più esibirsi col pubblico rimediato lì per lì.
Quando il pavone si gonfia è fiero di sé e costoro irretiscono l’interlocutore cercando di affascinarlo e mandando in aria appuntamenti ed impegni presi a seguire che così non riescono a mantenere , proprio perché non si muovono in funzione degli altri, ma solo esclusivamente in ossequio alla propria gratificazione immediata.
La loro miopia sta nel non saper valutare adeguatamente quanto la parola data o gli appuntamenti mancati possano danneggiarli sotto il profilo professionale o di credibilità personale. Non riescono a valutare i pro e i contro del proprio comportamento perché scadenti in autocritica e attratti solo da se stessi, unica luce in un contesto dove tutti gli altri sono sfondo più o meno opaco, utili solo in quanto pubblico del loro sfoggiare.
Si compiacciono della propria dialettica, della gestualità e della mimica, talvolta talmente accentuate da farli risultare fastidiosi a caldo, oggetto di critica e sfottò a freddo. Un boomerang a goccia lenta questa ostentazione , per la loro incapacità di cogliere i segnali di ritorno della comunicazione. Per un piatto di lenticchie rinunciano ad un lauto pranzo e non perché sono a … dieta, ma a causa di un vero e proprio craving che li costringe a cibarsi momento per momento di tutto ciò che rassomiglia ad un palcoscenico, a prescindere dalla rilevanza di questo nell’economia dei propri stessi interessi. Possono cioè fermarsi trenta minuti col giornalaio e gli astanti per uno show improvvisato dimenticando un impegno ben più rilevante di lavoro. Tanto li si può attendere…
Quando la nostra vita è soggetta alla soddisfazione improcrastinabile di una sola esigenza, quella edonistica, col disinteresse delle tante altre opportunità dalle quali trarre gioia, allora la dipendenza diventa sacerdotessa di un rituale che spreca la vita sull’altare di un meschino dio – ego.