Psiche e scopamico

PSICHE & SOCIETA’

ROBERTO CAFISO

 

Nell’epoca delle passioni anoressiche, votate al rigurgito ed alla depressione, occorre salvaguardare i bisogni senza tuttavia enfatizzarli, ponendoli in uno scrigno appena soddisfatti, mettendo certe gioie a dieta, prelevandole come i caffè  nei  distributori automatici.  Senza eccessivi investimenti emotivi  e soprattutto senza una progettualità che responsabilizzi.

 

Il personaggio  da tempo presente in molte culture del Paese, d’importazione d’oltre oceano, si espande   investendo da tempo, come i venti di maestrale, anche il meridione. Si chiama lo “scopamico”, un nomignolo un po’ lussureggiante ed un po’ rassicurante, che descrive esattamente la pesatura mirata di affettività, travasata nella dimensione sessuale senza tuttavia  implicazioni affettive ed aspettative.

 

Lo scopamico è qualcuno che chiami come la babysitter o il cuoco per una serata culinaria con ospiti, non a gettone come i gigolò o le prostitute, ma con un mutuo scambio  affettivo che si sostanzia  in un rapporto fisico quando se ne ha reciprocamente voglia. Lo scopamico non ti crea problemi e non impegna i sentimenti. Niente  languide richieste di giuramenti di fedeltà, niente pretese.

 

Per lo più è un conoscente privilegiato, un ex partner senza rimpianti , un compagno di scuola, qualcuno che non vuole discussioni interminabili e fedine al dito. Repertorio seduttivo senza troppi fronzoli: lo scopo è sottinteso. Lo scopamico ha preso il posto del fidanzato, sino a quando non verrà quel tempo. Poche affinità in questa coppia senza domani, se non le stesse paure,le precauzioni accurate e la libertà di espressione al riparo da ogni impegno. Un amico a tutto tondo, senza le classiche barriere invalicabili . A volte, sempre per evitare coinvolgimenti e routine, il fuck friend  è più d’uno. La gelosia ancora tace acquattata in un angolo, anche se non è detto che vi resterà per sempre.

 

Quest’amico offre un vincolo affettivo contestuale con il quale sono plausibili tenerezze, baci,  preliminari sino al  rapporto sessuale. Ma senza – appunto -  coinvolgimenti affettivi . Zero aspettative per entrambi. Un amico con cui andare a letto e poi sedersi con indifferenza sul banco di scuola e davanti ad una birra nel pub. Vietati  batticuore, cotte o languidi  mano  nella mano.

 

Non si tratta di  un amante, perché tra un incontro e l’altro non vi sono telefonate, sms mielosi, incontri rubati  e  soprattutto patemi d’animo. Nell’epoca delle passioni tristi ci si concede tutt’ al più un caffè , un Red bull e il tempo di un incontro ravvicinato.  Poi ognuno a casa sua, sino alla prossima pulsione, secondo i canoni del modello un po’ drogastico   del “qui ed ora”, con  picchi di euforia intensi da tacitare subito. Spinte impulsive che altro non sono che variabili dell’edonismo di ragazzi  che temono di  crescere. Già, perché lo scopamico impazza a queste latitudini d’età, ma sta tracimando anche tra i numerosi “Peter Pan”.

 

Tuttavia  le cose non funzionano sempre per come si vorrebbe. Alle emozioni più diamo del lei , più ci tendono delle trappole. Ed i bisogni, specie se profondi, ci possono fare scantonare in coinvolgimenti sentimentali tanto imprevisti quanto indesiderati. Da qui, inaspettati, i legami  ripudiati e dichiarati superflui. Ma  il mondo va avanti con rivisitazioni di repertori biologico – strutturali noti, con qualche variabile culturale in più. L’analfabetismo emozionale costringe spesso a darsi la sola dimensione affettiva possibile, non senza un profondo senso di insoddisfazione che è tipico  del “mordi e fuggi”  o, se volete, del modello consumistico dell’economia degli ultimi quarant’anni. Modello ormai logoro, con grandi indici di infelicità. Ma la miopia  che ci connota è pari alla sua supponenza,anche se di solito è il tempo a riadattare gli assetti esistenziali, senza chiedere né pareri, né permessi agli esseri umani.

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