Psiche e tesi precostituite
PSICHE & SOCIETA’ di ROBERTO CAFISO DA LA SICILIA DEL 9.10.15
LA FLESSIBILITA E I “REGIMI DITTATORIALI” DELLA MENTE
Il tribunale della Santa Inquisizione non voleva vedere ciò che per Galileo era evidenza. Si rifiutava persino di sbirciare nel suo cannocchiale. Nei così detti “processi bulgari” le tesi precostituite sono impermeabili a qualsiasi confutazione e l’esito del processo è perciò già scritto sin dall’inizio. Fare i conti con le caratteristiche dei regimi vuol dire anche essere nani contro i giganti delle versioni ufficiali del potere. Ma esistono anche i “regimi mentali” che fanno di singoli individui dei minuscoli tiranni , innamorati delle proprie idee a tal punto da non voler neppure considerare alcun tipo di confronto. E ciò per paura di doverle modificare.
Possono esserci indagini di polizia o giudiziarie con questo taglio. O un concentramento di pregiudizio a carattere espulsivo nelle famiglie che hanno individuato al loro interno il cosiddetto “capro espiatorio” . Oppure il noto “effetto alone” nei confronti di un alunno etichettato dagli insegnanti sin dall’inizio delle lezioni come somaro o strafottente. Insomma vi sono a vario titolo, lungo il percorso della nostra vita, forche caudine da attraversare con molta forza d’animo e resilienza, pena diventare vittima predestinata senza tentare una reazione salvifica.
Il rifiutarsi di vedere e di capire è un meccanismo difensivo della nostra mente. La negazione è tipica del dover prendere atto, ad esempio, di un fatto tragico ed inaspettato col quale molti reagiscono con un : “ non è vero ….”, che è una sorta di appiglio irreale per non farsi permeare da una realtà nei confronti della quale non si è pronti. Ma quando il meccanismo si protrae e diventa addirittura uno steccato mentale inaccessibile, allora è impossibile prendere atto di evidenze che sostanzierebbero un cambio di vedute. Il problema è proprio qui : il rifiuto di modificare la propria visione, abbarbicandosi alle proprie convinzioni di cartapesta eppure radicate sino all’ottusità.
Succede anche con gli amori a prima vista, dove gli infatuati vedono solo rose e fiori del partner. Di solito passerà. Ma talvolta la miopia psichica gioca brutti scherzi e si continua a sostenere l’insostenibile su qualcuno o qualcosa, col risultato di danneggiarsi o di non rendere giustizia all’altro, che è ben diverso dall’impressione iniziale fattasi immodificabile. La flessibilità e la capacità di cambiare idea è sinonimo di equilibrio mentale, giacché ci aiuta al miglior adattamento in tempi relativamente brevi. Le prese d’atto sono scomode anche nella misura in cui coltiviamo un geloso narcisismo attraverso il quale pensiamo di dominare dalla nostra postazione gli eventi della vita.
A volte tuttavia la presa d’atto piomba repentina dal cielo. Inaspettata, violenta e traumatizzante . E chi non ha mai voluto concepire altro che la propria teoria è costretto a guardare con occhi annichiliti ciò che turberà la propria concezione della vita, le proprie certezze d’argilla, fino a minargli l’assetto psicologico talvolta in modo serio. Qualcuno ha infatti un equilibrio delicatissimo, fatto di cose belle e brutte, che gli funzionano in quel dato modo. Ma , come scrive F. Piccolo, l’autore di “ Momenti di trascurabile infelicità “ , talvolta si è costretti ad imparare che – come i bastoncini dello shangai – se si tirasse la cosa che meno ci piace della persona che amiamo o di cui abbiamo solo certezze , se ne verrebbe via anche quella che ci piace di più. Se riuscissimo a funzionare in modo più coraggioso non saremmo costretti a stravolgere il tutto, giacché questo sarebbe già organizzato in un compendio di singole parti , ognuna visibile e scorporabile dall’insieme.