Psiche ed illusioni
PSICHE & SOCIETA’ di Roberto Cafiso da LA SICILIA del 20.2.15
“CHI SOGNA RESTA SEMPRE INDIETRO E CREDE DI VIVERE”
Gli illusi sognano ad oltranza. Non amano destarsi, perché fare i conti con la realtà non gli piace . Per questo rilanciano le fantasie ad occhi aperti sino a farsi male e concludendo che il genere umano è inaffidabile o addirittura cattivo. E questo perché le cose non sono andate come sognavano. E infatti il vero problema è il carico di aspettative che stipiamo addosso agli altri, basandoci su esigenze personali irrinunciabili, piuttosto che sul peso che il nostro prossimo è realisticamente in grado di sopportare.
“ Illusione dolce chimera sei tu, che fai sognare in un mondo di rose tutta la vita.
illusione è il profumo che invita d’una bocca assetata e la credi baciata soltanto da te “ . Il testo di una canzone di un tempo blandisce inneggiandola l’illusione, descrivendola come un miraggio protratto che promette di rendere più rosea la vita. Promette ma non mantiene, per questo la cosiddetta speranza esasperata rende alla lunga disperati. Non perché non la si debba nutrire, tutt’altro. La vita risulterebbe arida. Ma perché quando la speranza è un senso unico mentale, decontestualizzato, essa tradisce la vita stessa.
Invero l’illusione a volte è una vera difesa, momentanea. Serve a non farci prendere atto subito dei fatti scomodi o dolorosi. Alcuni tuttavia si illudono per una sorta di ingenuità strutturale, un po’ infantile. I bambini si illudono per limitate capacità di processualità cognitiva. Ed è fisiologico. Gli adulti che lo fanno rischiano mazzate in faccia, ma non solo. Si espongono , una volta disillusi, ad una concezione biasimevole dell’esistenza, di cui si ostinano a non voler prendere atto. Perciò si rituffano nei loro sogni e si allontanano pericolosamente dalla realtà, in una circolarità ove ogni diverso apprendimento è tagliato fuori.
Popolano la folla degli illusi gli incapaci, gli irresponsabili, gli immaturi, i deleganti, i narcisisti,i paurosi, gli ossessivi e tutte quelle categorie umane che non riescono o si rifiutano di far tesoro dai propri errori, autocondannandosi a reiterarli ad oltranza. Le letture faziose sugli accadimenti degli illusi sono a volte sintomo di un’alterazione psichica ove è carente il senso di realtà, una sorta di timone della conoscenza , necessario per procedere verso rotte utili ad una esistenza adattata. Quelli che dileggiano la vita il più delle volte non hanno saputo comprendere o voluto accettare i suoi ritmi circadiani, il senso e la prevedibilità di certi eventi, l’ineluttabilità di altri a certe condizioni. Non vivono nel mondo, ne immaginano uno a loro misura, che non c’è.
Non vanno aboliti i sogni, ma considerati nella loro più utile dimensione. Quella di essere tali e di contenere forti componenti utilitaristiche, anche fuori dalla realtà prevedibile. Si tratta, in altre parole, di sapere che si sta sognando ad occhi aperti e che questo stato , plausibile durante il sonno, diverge dal qui ed ora e ci allontana dal più logico funzionamento del mondo. Chi ha presente che sognare la vincita di una lotteria con tutti i progetti che ciò comporterebbe è solo una fantasia , atterra agevolmente alla presa d’atto del non aver vinto. Chi in un concorso con pochi posti disponibili coltiva fermamente la convinzione di vincerlo , prescindendo da tutta una serie di difficoltà ( a partire da una non eccelsa preparazione ) , si farà male per non aver distinto nitidamente l’aspettativa dalle reali probabilità di farcela.
C’è il momento dei sogni e ce n’è un altro per tenere gli occhi ben aperti. Ognuna delle due dimensioni deve essere a tempo, in un’alternanza che esclude la collusione di questi due stati mentali. L’equilibrio , come spesso capita, sta nel mezzo e le prevalenze rendono la vita o un delirio o un incubo. Essa è tutt’altro e sa farsi seria o sorridente, basta accettare di guardarla in faccia.