Psiche ed incidenti stradali

PSICHE & SOCIETA’

ROBERTO CAFISO

 

Negli ultimi 10 anni gli incidenti automobilistici mortali si sono praticamente dimezzati e l’Italia si è appaiata alle statistiche europee. Ciò grazie a campagne promozionali sulla sicurezza stradale, ai controlli sullo stato di ebbrezza da alcol o stupefacenti alla guida ed al sanzionamento di infrazioni quali l’uso del telefonino o le cinture di sicurezza slacciate.

 

Tuttavia  lo strazio di una vita spezzata sulla strada ha pochi eguali, sia per la repentina drammaticità dell’evento, per la sua iniquità, sia per le conseguenze praticamente indelebili per i familiari. Il decesso sulla strada segue per traumatismo psichico solo il suicidio. A maggior ragione se chi  perde la vita è un ragazzo.

 

L’educazione stradale non è ancora una materia curriculare a Scuola, ma dovrebbe diventarlo. E questo per la rilevanza delle attese sul fronte dell’abbassamento degli indici di esiti  delle sciagure in strada. Non solo: il comportamento alla guida di un mezzo ha evidenti  analogie con quello della vita di tutti i giorni, per questo per incidere sul primo occorre lavorare sul secondo.

 

Per molti ragazzi, causa livelli esistenziali molto assistiti dalla famiglia, l’indice attentivo globale si è molto ridotto. Se non si può parlare di diminuita capacità percettiva, di certo si può chiamare in causa una diffusa pigrizia analitica dei dati di realtà ed un’estesa distrazione che può integrare  livelli di pressapochismo preoccupanti. Ma qui possiamo includere giovani e non più giovani.

 

A ciò aggiungasi che nel nostro Paese nella richiesta di diritti e benefici , malgrado  l’esigenza adattiva da crisi economica, è declinata la pretesa di ciò che mi spetta e che perciò pretendo in relazione ai doveri altrui.  Se ad esempio percorro  da sobrio una strada a senso unico do’  per certo che non posso incontrare nessuno  in direzione opposta  e che potrò guidare rilassatamente non dovendo prevedere chi vìola le regole, gli ubriachi, gli alterati o magari solo i distratti. Se passo col verde chi ha il rosso si fermerà. E’ un mio ovvio diritto.

 

Se da un punto di vista teorico il ragionamento funziona, esso è  falso da un’ottica di realtà perché non prevede i trasgressori che tuttavia esistono e commettono infrazioni anche gravi.  Stesso discorso nelle intersezioni o negli incroci ove ho la precedenza. Non aspettarsi l’imponderabile è ingenuamente pericoloso e denota una scadente capacità di previsione dei comportamenti altrui. Così come i giovani intrecciano relazioni con un partner di cui conoscono per settimane solo il nome di battesimo, anche nella guida  non vengono attivate contromisure preventive per ipotizzare l’imprevisto. Si entra a contatto con i virus dell’Hiv o dell’epatite  per la facilità di rapporti sessuali  non protetti, con un partner di cui non si sa nulla, oppure ci si mette nei guai ospiti in auto di amici dediti allo spaccio di droga  nascosta sotto i sedili dell’auto. Analogamente si percorre un tratto di strada con precedenza a discreta velocità dando per certo che chiunque si immetterà dai lati si fermerà.

 

Esistono fattori imponderabili ed  esiste il cosiddetto “caso”  che nel conteggio delle probabilità si verifica  periodicamente per la legge dei grandi numeri. Nella maggior parte delle situazioni tuttavia l’essere dalla parte della ragione  non  evita un sinistro; e ciò talvolta per un approccio intuitivo sulle variabili intervenienti attenuato o disattento, ove l’ipotesi  dell’imprevisto non è stata contemplata. In strada come nella vita, appunto. Non considerare tra le eventualità possibili la tragedia è il modo più probabile per sbatterci contro.

 

L’educazione è un processo globale di addestramento a guardare, comprendere e processare gli  accadimenti, proteggendosi con un’autodisciplina basata su regole collaudate per vivere guardando oltre che a se stessi  anche agli altri.

 

L’ASP  ha condotto a Siracusa in collaborazione con Polstrada un’attività arrivata al terzo anno di prevenzione primaria in strada per verificare lo stato di sobrietà da alcol e droghe un campione casuale di automobilisti fermati dalle pattuglie. All’attività è seguita una campagna di prevenzione dedicata alle fasce giovanili sulla non alterazione alla guida. I dati evidenziati  nel grafico a seguire mostrano come a fronte di un baseline

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